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mercoledì 16 novembre 2016

OVERLOVE - Alessandra Minervini

I ricordi di lei erano farfalle che ronzano intorno alla lampadina - insistenti - e una volta raggiunta la luce si elettrizzano e muoiono. Ma muoiono felici e innamorate. Simili a bambini che non conoscono l'amore, non sanno di provarlo, fino a quando non diventano grandi, e lo perdono. La mancanza che nutre l'amore.

Overlove di Alessandra Minervini è un libro che parla d’amore. Di tanti amori, in realtà. Nessuno perfetto. Nessuno felice.

C’è l’amore tra Carmine e Anna, a fare da filo conduttore a tutto il romanzo. Un amore intenso, ricco di passione, fatto di continui tira e molla e sensi di colpa, perché Carmine è sposato, perché Anna lo ama troppo, perché a volte l’amore è mancanza.
C’è quello tra Carmine e la moglie, che amore non è e forse non è mai stato, e che va avanti come semplice condivisione di una casa, divisa a metà da una riga, e di una figlia, che l’uomo adora. 
C’è quello tra Anna e sua madre Carla, che, dal suicidio del marito, vive davanti alla tv in compagnia dell’investigatrice infermiera Margareth Mitchell, unica persona in grado di tener viva la sua attenzione (e questo è stato l’amore che mi ha commossa e colpita di più).

Carla, avvicinandosi allo schermo, aveva congiunto le mani come in segno di preghiera, stringendole così forte che parevano scoppiare una nell'altra. Ringraziava il dio catodico di essersi ripreso, di non essere muto. Margaret Mitchell era di nuovo lì, nello schermo davanti al quale madre e figlia trascorrevano del tempo insieme, ogni giorno, invece di giocare a carte, invece di preparare il ciambellone, invece di cambiare stagione negli armadi, invece di abbracciarsi e piangere.

E poi c'è quello tra Anna e il padre sostituto; tra Anna e Mario, una vecchia fiamma del passato che torna nel presente; e, soprattutto, quello tra Anna e se stessa, sui cui lei non sembra concentrarsi mai.

Overlove è un libro che parla d’amore, dicevamo. Di troppo amore (perché sì, esiste davvero anche l’amare troppo), e di dolore. E Alessandra Minervini sceglie di raccontare tutto questo, la storia di Anna e delle persone attorno a lei, con uno stile frammentario, che alterna la terza persona con la prima, inserendo poi, qua e là, alcune piccole riflessioni, su quello che l’amore è o non è, che a volte spezzano la lettura e altre volte la rendono ancor più completa.

All’inizio la lettura di Overlove può sembra un po’ difficoltosa, per lo stile dell’autrice, ma anche e soprattutto per questo concetto di troppo amore. Perché sì, il romanzo inizia con una donna che lascia un uomo perché si amano troppo. Ed è un concetto non poi così semplice da comprendere. Man mano che si va avanti, però, si entra nella vita di Anna, in quella di Carmine, nei loro problemi, nei loro dolori, nella loro apparente incapacità di essere felici. O almeno di esserlo insieme.
Dal dolore non c'è scampo, le aveva detto Carla la prima volta che era caduta dalla bicicletta, a sette anni. Sul ginocchio di Anna la cicatrice era incollata da allora. La felicità si fa desiderare e la maggior parte delle volte arriva solo per tradire. Il dolore è una forma di onestà. Chi soffre è onesto. Come chi muore.
Un esordio narrativo notevole, questo di Alessandra Minervini, che, dopo un po’ di titubanza iniziale, è riuscito a tenermi incollata alle sue pagine e a portarmi a riflettere sul concetto di amore e su quanto, a volte, sia difficile abbandonarcisi. Una lettura che merita.

Titolo: Overlove
Autore: Alessandra Minervini
Pagine: 200
Anno di pubblicazione: 2016
Editore: LiberAria editrice
Prezzo di copertina: 12 €
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formato brossura: Overlove

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