venerdì 11 luglio 2014

UNA MUTEVOLE VERITA' - Gianrico Carofiglio

Come si fa a recensire un romanzo giallo-poliziesco di 120 pagine senza fare spoiler?  
E' semplice! E' sufficiente che nel libro in questione non ci sia niente da spoilerare! Inizi a leggerlo e, dopo le prime trenta pagine,  anche se sei un lettore completamente privo di intuito, riuscirai già a capire cosa succederà. Lo so cosa state pensando, che non esistono libri così, che non avrebbe senso pubblicarli e men che meno leggerli. Io anche lo credevo. Finché non mi è arrivato tra le mani questo nuovo romanzo (o racconto lungo, o quel che è) di Gianrico Carofiglio. 
Una delusione dietro l'altra, mi sta dando questo autore. E pensare, caro Gianrico, che io ancora vado in giro a consigliare i tuoi romanzi della serie con l'avvocato Guido Guerrieri, quel grande personaggio, che ti ha dato fama e meriti, e che mi ha convinta a leggere qualsiasi cosa tu pubblicassi.
Certo, non ho tenuto conto che ti facessero pubblicare qualunque cosa, basta che sia scritta un po' bene (e che Carofiglio sappia scrivere non lo metterò mai in dubbio).

E quindi sì, devo davvero recensire un romanzo giallo-poliziesco di 120 pagine senza fare spoiler. Impresa ardua. Perché anche se vi dicessi che non succede assolutamente niente, che non c'è nulla da scoprire e che nessun intuito è richiesto, farei spoiler.
Probabilmente Gianrico Carofiglio non aveva voglia di far fare ai suoi lettori alcuno sforzo, quando ha scritto Una mutevole verità. E nemmeno ai suoi investigatori, il maresciallo Fenoglio, annunciato come un grande nuovo personaggio all'altezza di Guerrieri e che invece risulta essere un po' una macchietta di investigatori più celebri (i siparietti con la moglie mi han fatto pensare al tenente Colombo... ), e la sua allegra combriccola di poliziotti più o meno violenti, che si ritrovano a indagare sul caso di Sabino Freddosio, trovato morto con un taglio alla gola nel suo appartamento. 
Fenoglio indaga, Fenoglio riflette, cita scrittori e suoi maestri di vita, battibecca con la moglie, mangia da solo panini al bar per pensare meglio e annusa odori di signore per la strada. E intanto l'indagine va avanti praticamente da sola e da sola arriva a una conclusione.

Non so davvero cosa pensare. Certo, si legge molto bene, è scorrevolissimo e ho apprezzato molto il cameo di un giovane avvocato Guerrieri alle prime armi. Forse è il momento più bello di tutto il libro. Però ecco, l'impressione che si ha, ancora una volta, proprio come era successo con La casa nel bosco, è che Carofiglio abbia dovuto scrivere un libro per contratto e abbia buttato giù la prima cosa che gli sia venuta in mente, senza pensarci troppo e confidando che il suo stile impeccabile (ma per chi ha letto tutti i suoi romanzi, come me, un pochino troppo prevedibile ormai) compensasse le carenze a livello di trama. Secondo me non ci è riuscito, però.

Ma perché continuo a leggere i suoi romanzi, considerando quante delusioni mi hanno provato ultimamente, vi starete domandando voi (e io stessa me lo domando, eh). Forse perché sono ancora follemente innamorata di Guido Guerrieri, delle sue storie e dell'entusiasmo che ogni romanzo che lo vede come protagonista mi ha fatto provare da sperare di ritrovarle ogni volta. E infatti già lo so che leggerò anche il prossimo, e quello dopo, e quello dopo ancora. 
Però ecco, credo che Carofiglio ai suoi lettori debba qualcosa di più rispetto a questi ultimi libretti che manda in stampa. Di molto, molto di più.

Titolo: Una mutevole verità
Autore: Gianrico Carofiglio
Pagine: 118
Anno di pubblicazione: 2014
Editore: Einaudi
ISBN: 978-8806220525
Prezzo di copertina: 12 €
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formato brossura: Una mutevole verità

7 commenti:

  1. Ho appena visto una recensione da una stellina su Amazon... Eri tu??? Se non eri tu evidentemente non sei l'unica a pensarla così! ;-)
    Io non ho mai letto nulla di Carofiglio anche se mi ha sempre ispirato... Purtroppo mai abbastanza per farmi decidere a buttarmi nella lettura!

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    1. No, non è mia... ma conosco chi l'ha fatta XD

      La serie dell'avvocato Guerrieri merita davvero... il resto inizio ad avere sempre più dubbi :(

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  2. AH! Lo sapevo che sarebbe stato un libro di Carofiglio ù_ù
    In realtà non ho altro da commentare, devo ancora leggere qualcosa di questo autore, ho idea che dovrò iniziare con Guerrieri ò_ò

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    1. Eh mi sa che sono gli unici che davvero valgono la pena!

      (pensavo si sapesse fosse Carofiglio perché avevo messo la foto il giorno prima :P)

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  3. Ho smesso di leggere Carofiglio. Dopo la serie con Guerrieri, solo ciofeche. Scritte bene, eh.

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    1. Eh, io anche vorrei decidermi una volta per tutte a lasciar perdere... ma non ci riesco mai. E poi però leggo romanzi come questo e mi arrabbio.
      Scrive bene, sì... ma per questo tipo di romanzi non basta!

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  4. Sposo la recensione in tutto e per tutto. Aggiungerei che Beppe Fenoglio, così buono, gentile e perfetto, è insopportabile. Inoltre l'editore ha fatto largo uso di margini ampi, carta spessa, spazi vuoti e pagine bianche, per confezionare un volumetto che inganna, sembrando il classico romanzo giallo da 200 pagine, mentre è un raccontino striminzito. Tutto questo per motivi commerciali. Una bella pernacchia da parte mia a Einaudi!

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