giovedì 31 gennaio 2013

44 SCOTLAND STREET - Alexander McCall Smith

Quando spinge il portone del 44 di Scotland Street, nel centro di Edimburgo, Pat non vede l'ora di cominciare tutto daccapo. È al suo secondo anno sabbatico e una casa e un lavoro nuovi sono quello che ci vuole per ripartire. Da lì in poi dividerà l'appartamento con l'insopportabile Bruce, agente immobiliare bello e vanitoso; troverà lavoro nella galleria d'arte di Matthew, un giovane delicato ma inconcludente che di arte non capisce nulla; trascorrerà piacevoli serate con l'eccentrica vicina di casa Domenica, un'anziana antropologa dispensatrice di storie esotiche e saggi consigli sugli uomini. Intanto al piano di sotto Bertie, inquieto bambino prodigio, cerca di far capire alla madre, Irene, che preferirebbe rugby e trenini elettrici ai corsi di yoga, sassofono e italiano. A unire tutti un misterioso tentativo di furto e la caccia a un quadro che potrebbe essere una crosta o valere una fortuna...

Dopo aver letto l'intera saga di  Isabelle Dalhousie e del suo club di filosofi dilettanti, e un paio di quella di Preciuos Ramotswe e della sua agenzia investigativa in Botswana, mi sono presa una pausa dai romanzi di McCall Smith. Perché sono belli eh, però alla lunga tendono ad annoiare, soprattutto se letti a distanza molto ravvicinata l'uno dall'altro. Perché sostanzialmente nei suoi romanzi non succede niente, o almeno niente di eclatante: i suoi gialli non sono veri gialli, le sue storie d'amore non sono passionali e travolgenti e i drammi familiari si limitano a ribellioni adolescenziali e a matrimoni non del tutto soddisfacenti. Eppure,c'è qualcosa in queste storie che, se lette nel momento giusto e alla giusta distanza, le rende piacevoli e in qualche modo appassionanti.

Anche nel caso di 44 Scotland Street, primo romanzo di una nuova saga ambientata in un condominio di Edimburgo, non succede poi molto. Il libro inizia con Pat che, al suo secondo anno sabbatico e indecisa su cosa fare del suo futuro, si trasferisce in questa palazzina, in un appartamento che condividerà con altri inquilini. Al momento è presente solo Bruce, un giovane adone narcisista, irritante e antipatico, che lavora come perito immobiliare e per cui Pat prenderà una cotta spaventosa. Ad accogliere la ragazza c'è poi l'inquilina dell'appartamento accanto al loro, un'antropologa sessantenne dal passato molto avventuroso, che la coccola e la consiglia. Al piano sotto abita Irene con il marito e il figlio prodigio Bertie, cresciuto secondo i dettami di una nuova psicologia infantile: non ha una camera ma un "suo spazio", non può giocare con i trenini perché deve suonare il sassofono e imparare l'italiano, e all'asilo viene isolato perché troppo intelligente. Finché un giorno non si ribella e da' fuoco al "Guardian" del padre.
Attorno a questi personaggi (che immagino siano solo una parte degli abitanti del palazzo, gli altri verranno presentati più avanti), ne ruotano altri di contorno: Matthew, giovane in cerca del suo futuro, "capo" di Pat nella galleria d'arte che il padre ha acquistato per lui e in cui la ragazza ha iniziato a lavorare. La barista intellettuale Big Lou, che si è avvicinata alla lettura perché prima al posto del suo locale c'era una libreria. C'è il pittore Angus Lordie con il suo cagnolino ammiccante Ceryl. Ci sono gli amici di Matthew e il capo di Bruce con la famiglia. E tanti altri personaggi di contorno.

Non c'è una trama vera e propria, ma tanti piccoli episodi che riguardano i singoli protagonisti e le loro relazioni. Sì, forse la storia a cui viene dato maggior risalto è quella di Pat e di Matthew che tentano di scoprire il valore di un quadro presente in galleria. Ma anche questa è solo un pretesto per raccontare di persone e di relazioni umane.

Ho letto non so più dove (e mi dispiace davvero non ricordarmelo) una definizione secondo me perfetta dello stile di McCall Smith: garbato. E infatti questo autore scrive e descrive senza grandi slanci, senza esagerazioni, senza colpi di scena eccessivi o storie al cardiopalma. Lui prendere persone e situazioni più o meno normali e più o meno comuni e le analizza, mostrandone aspetti che magari non sempre si potrebbero notare, con sempre una certa poesia di sottofondo.
Come dicevo prima, forse è proprio questa assenza di azione che rende la lettura continuata di questi libri un po' noiosa, perché a un certo punto si sente proprio il bisogno che succeda qualcosa. Il problema però, che a volte rende difficile aspettare il giusto tempo prima di leggerne un altro, è che molte cose vengono lasciate un po' in sospeso, come se mancasse qualcosa: in questo caso, mi piacerebbe sapere ad esempio cosa succede al povero Bertie, o come evolverà la relazione tra Pat e Matthew... per non parlare del finale, in cui è evidente che qualcosa non quadra ma che non ci viene spiegato.

Insomma, si tratta di una lettura sicuramente piacevole, che riesce anche a stupire con alcune frasi ad effetto davvero notevoli.
Poi, non so a voi, ma a me le storie ambientate nei condomini e nei palazzi piacciono tantissimo, perché riuniscono in un unico luogo tante storie e tanti personaggi... che un bravo autore sa sicuramente come gestire e far interagire.

"abbiamo tutti dei momenti proustiani, ma finche' non leggiamo Proust non lo sappiamo"
Nota alla traduzione: a parte le "d" eufoniche, a volte presenti a volte no, e la scelta di non tradurre certe parole, direi nulla da segnalare.

Titolo: 44 Scotland Street
Autore: Alexander McCall Smith
Traduttore: Elisa Banfi
Pagine: 336
Anno di pubblicazione: 2009
Editore: TEA
ISBN: 978-8860886316
Prezzo di copertina: 8,60€
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formato brossura: 44 Scotland Street

1 commento:

  1. Ciao!
    Complimenti bella recensione. Anch'io ho appena finito di leggere questo libro, poi non sono riuscito a resistere e ho letto subito anche il seguito(Semiotica, pub e altri piaceri).
    All'inizio mi è sembrato eccessivamente monotono, ma poi gli innumerevoli capitolini e il fatto che si sviluppa un argomento pressoché in ogni capitolo mi hanno fatto cambiare idea!

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