domenica 4 marzo 2012

L'ALBERGO DELLE DONNE TRISTI - Marcela Serrano

Attraverso l'esperienza della protagonista Floreana, l'autrice ci introduce in un insolito rifugio per donne emotivamente ferite, situato in un'isola nel Sud del Cile. L'albergo è gestito da Elena, personaggio tanto più fiero e credibile quanto più porta incisi sul viso i segni di una guerra vinta con il dolore. Per un periodo di tre mesi, le ospiti dell'albergo hanno la possibilità di trovare conforto attraverso la conoscenza di persone affini per vulnerabilità, lontano dal mondo dei giudizi e dei rimproveri, da amori autolesionistici. La varietà dei casi umani che emerge dalla narrazione è un invito alla spontaneità, alla sincerità anche a costo della sofferenza, alla voglia di vivere mettendosi sempre in gioco.

Non c'è niente da fare, io e i libri che parlano alle donne di donne non andiamo d'accordo.
Ho sempre diffidato un po' da quei romanzi che dicono di descrivere l'animo femminile e passano in rassegna i sentimenti che le donne loro protagoniste provano di fronte a certe situazioni. Perché è facile cadere nelle generalizzazioni, nelle banalità e nei luoghi comuni.
E a mio avviso, nemmeno "L'albergo delle donne tristi" riesce a scampare a questi pericoli.

La storia è principalmente quella di Floreana,una storiografa con scarsa fiducia di sé che arriva in questo albergo-clinica per donne sfortunate, perché sua sorella ha pensato che stesse perdendo se stessa e che non fosse in grado di gestire tutto il dolore che la vita le ha messo davanti. Lì troverà altre donne, alcune famose altre no, fuggite anche loro dalla loro vita in cerca di pace e tempo per sé stesse, con cui Floreana stringerà amicizia. L'albergo ha delle regole stabilite, che prevedono ore di lavoro manuale, ore di terapia di gruppo, no alcool in camera e pranzi e cene in comune. Ovviamente non poteva mancare un uomo in tutta questa storia. Floreana conoscerà presto Flavián, il medico del paese, anch'egli in fuga da un passato tormentato e triste, e con lui instaurerà un rapporto di "vorrei ma non posso" che va avanti fino alla fine. Una situazione che si ripeterà quasi uguale anche con Pedro, nipote di Flavián e grande appassionato delle opere di Floreana, che ha preso una sbandata per la donna pur essendo omosessuale.

Non so dirvi perché non mi sia piaciuto. Forse perché è troppo riflessivo e le paturnie che si fanno queste donne sono troppe per essere reali. Forse perché nella vita vera se hai un problema non puoi fuggire su un'isola sperduta ma devi affrontare quello che ti capita. Forse perché tutte e tutti abbiamo almeno una volta nella vita sofferto per amore e non per questo abbiamo fatto un voto di castità. Forse perché le donne ne escono ritratte come esseri instabili, che pensano troppo e che a causa di questo pensare rimangono schiacciate dal mondo. Forse perché credo che l'amore nella vita ci deve essere, perché a un certo punto essere ricchi e famosi non ci basterà, se non abbiamo qualcuno con cui condividerlo. E questo non vuol dire essere deboli o non saper camminare da sole quando ce n'è bisogno.
E forse perché non tutti gli uomini sono degli stronzi come si potrebbe pensare dalle vicende capitate a TUTTI i personaggi femmini del romanzo (ce n'è solo una sposata, ovviamente non felicemente). Certo c'è chi tradisce, chi se ne sbatte, chi non ama come dovrebbe, chi non è disposto a fare qualcosa per paura delle conseguenze. Ma questo vale per entrambi i sessi.

Certo, c'è da dire che il libro della Serrano è stato scritto nel 1997 e, sebbene siano passati appena 15 anni, le cose da allora sono cambiate molto. Quando è uscito io avevo 12 anni e sicuramente non mi rendevo conto di come fosse la vita delle donne intorno a me. Mi ci stavo appena affacciando a quel mondo.
Però ora, questo romanzo, seppur scritto bene e veloce da leggere, non riesce più a fare un vero ritratto dell'animo femminile
Forse perché anche se siamo donne, siamo comunque tutte diverse.

PS: scusate, forse più che un commento questo è una specie di sfogo. O forse, se vogliamo rimanere in tema di luoghi comuni, è solo sindrome premestruale.

Nota alla traduzione: nulla da dire!

Per acquistare: L'albergo delle donne tristi (Universale economica)

5 commenti:

  1. Quello che hai scritto si sposa molto bene anche con quello che penso di un altro libro della Serrano, "Antigua, vita mia". Si vede che è il "suo" tema...

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  2. Io amo la Serrano, sa interpretare i dolori delle donne molto abilmente e in modo intelligente. Questo non è sicuramente un romanzo felice, non mi è piaciuto granché. La condizione della donna di cui parla è quella cilena, quella sud americana, non di certo la donna occidentale... c'è una bella differenza, anche perché là sono indietro di 100 anni e la donna è considerata da sempre un oggetto "non pensante". Per forza le donne sono tristi, sono tutte tristi. E lei racconta queste tristezze, non può fare altro. Ma lo fa bene, al di là della storia, dice cose sempre molto profonde, di chi lotta per ottenere, tutti i giorni, quello che noi avevamo già ancor prima di nascere...
    Spero che tu non ti perda d'animo perché io invece considero "Antigua, vita mia", uno dei suoi libri più belli!
    Poi ognuno ha il suo parere, ci mancherebbe :)
    A presto!

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  3. Il fatto è che io leggo un sacco di letteratura sudamericana e sì, è vero quello che tu dici, là sono indietro di 100 anni... però negli altri romanzi ne emerge sempre una donna in qualche modo forte (vedi le donne di Cent'anni di solitudine di Márquez, in cui le debolezze sono trattate come magia e in cui alla fine sono sempre le donne a decidere il destino degli uomini). Certo, il ritratto che ne esce è sicuramente diverso rispetto alla donna occidentale perché diverse sono le condizioni di vita. Ma non credo che là tutte le donne siano per forza tristi(e poi boh una delle donne ospitata nell'albergo è un pezo grosso della politica, non mi sembra così bistrattata). Non lo so, non mi ha convinto molto...

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  4. loveandbooks, si sente che ti è piaciuto molto, c'è passione nel tuo discorso :)
    Non dico che la Serrano non sappia di cosa parli - perché questo si percepisce; solamente, non mi è piaciuto il modo in cui ne ha scritto.
    Ma, come hai scritto tu, ognuno ha il suo parere :) E' sempre bello trovare qualcuno con cui confrontarsi :)

    Elisa, io non ho ancora letto Cent'Anni di Solitudine, ma in effetti ricordo figure femminili molto forti di altri romanzi di Marquez, così come in quelli dell'Allende :) Però ammetto di non conoscerne molti altre, perché la letteratura sudamericana non è il mio forte :)

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  5. Io l'jo trovato lentissimo... e pesante!

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