domenica 19 febbraio 2012

LA VITA SEGRETA DELLE API - Sue Monk Kidd

South Carolina, 1964. Lily Owens, quattordici anni, cresce con il padre violento e l'amatissima governante nera, generosa ed estroversa. Quando, cercando di sapere qualcosa sulla madre, morta durante l'infanzia della protagonista, Lily fugge di casa, ad accompagnarla sarà proprio la governante che, insieme ad altre due straordinarie donne, inizierà la ragazza ai segreti dell'apicoltura. E in quel mondo di api e di miele, scandito dai ritmi della natura, Lily troverà finalmente una nuova e più serena realtà, rischiarata dall'affetto e dalla tolleranza.


A me il miele non fa impazzire. Troppo dolce per me, che nemmeno metto più lo zucchero nel caffè. Ogni tanto ne metto due cucchiaini nel thè, più perché dicono che faccia bene che perché effettivamente mi piaccia.
E questo libro ha proprio le stesse caratteristiche del miele di cui tanto si parla nelle sue pagine. Dolce, troppo dolce. Buonista, troppo buonista. Leggero, troppo leggero per i temi che tratta.
Perché comunque si parla di abbandono, si parla di contrasti e violenza razziale, si parla di integrazione e si parla d'amore. Argomenti difficili, che non sempre a mio avviso possono essere trattati con questa leggerezza.

Lily, orfana di madre e con un padre violento, scappa di casa, libera la sua domestica di colore messa in galera per aver rovesciato la sua sputacchiera sui piedi di un bianco che l'ha aggredita mentre andava a iscriversi alle liste elettorali, segue l'unica traccia che ha di sua madre, giungendo quindi a casa di August, June e May, tre sorelle di colore che la accolgono in casa. Insieme ad August scoprirà la sua passione per il miele e per le api, e piano piano scoprirà quello che vuole sapere del suo passato, un passato doloroso e difficile da accettare. Fino a che il padre non verrà a cercarla.
E' un libro estremamente leggero, sui rapporti tra le persone, sui rimpianti e i sensi di colpa che non sempre si possono cancellare. Un libro, come dicevo prima, forse troppo leggerlo per gli argomenti trattati. Soprattutto quello dell'integrazione tra bianchi e neri, secondo me, viste le protagoniste aveva sicuramente del potenziale in più, che poteva essere sviluppato meglio, senza nemmeno rendere troppo pesante il libro.

E' una lettura sicuramente piacevole, che fa sorridere a volte, riflettere (pochissime) altre ma che non mi ha lasciato quasi nulla.

Nota alla traduzione: ma nel 1964 lo Spic & Span e i Rice Krispies c'erano già?

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2 commenti:

  1. concordo pienamente, anche a me questo libro è sembrato un po troppo smielato...non propriamente brutto, però neanche bello,una lettura piacevole ma nulla di più.

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  2. E' un libro da spiaggia, di quelli leggeri leggeri che non richiedono nessuno sforzo mentale... il problema è che secondo me gli argomenti trattati meritebbero un sforzo in più.
    Ieri sera ho anche visto il film. Stessa opinione del libro (anche se Paul Bettany è proprio un figo :D)

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