giovedì 23 dicembre 2010

UNA TESTA IN GIOCO- Georges Simenon

Quanto vale la testa di un uomo? Secondo Maigret abbastanza da giocarsi la carriera. Ma questa volta il commissario rischia davvero grosso: far evadere dalla Santé, sulla base di una semplice intuizione, un condannato a morte alla vigilia dell'esecuzione capitale è una scommessa che potrebbe costargli cara. Pedinando l'evaso, Maigret si ritrova alla Coupole, confuso tra la fauna cosmopolita del carrefour Montparnasse: ricchi sfaccendati, artisti falliti, parassiti. E qui incontra colui che del romanzo è il vero protagonista: Jean Radek, ex studente di medicina cecoslovacco, spiantato e geniale. Una personalità tortuosa e malata, che per la prima volta riesce a stupire e disorientare Maigret sfidandolo a un duello sul terreno dell'intelligenza e dell'astuzia.

I gialli sono una categoria di romanzo che mi piace molto. Soprattutto quelli "seriali", con investigatori più o meno geniali che affrontano i casi e che grazie alla loro intelligenza o al loro estro arrivano a scoprire la verità. Adoro il Poirot di Agatha Christie. Adoro Adamsberger di Fred Vargas, e non mi dispiace nemmeno il buon vecchio Sherlock Holmes.
Che dire di Maigret? Forse tra tutti è quello che mi entusiasma di meno, almeno in questo romanzo specifico. Un po' troppo antipatico e scontroso per i miei gusti. E in questo romanzo, almeno per buona parte, non dimostra nemmeno una grande e spiccata intelligenza. Si muove in base ad un sospetto, che la persona condannata per omicidio in realtà sia innocente, al punto da farlo evadere dal bracico della morte. Il resto è poi un po' tutto confuso. Come se si ritrovasse casualmente catapultato dentro alla verità.
Non mi ha convinta del tutto.

Nota alla traduzione: le traduzioni Adelphi non mi convincono mai del tutto.

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