martedì 15 giugno 2010

FELICITA' (R)- Will Ferguson

Il compito di Edwin de Valu, giovane editor in una casa editrice newyorkese, è quello di pubblicare manuali di self help, di metter mano nel "mucchio fangoso" di manoscritti non richiesti e tanto meno desiderati che affluiscono ininterrottamente in tutte le case editrici e di scrivere lettere di cortese rifiuto ai loro autori. Ma capita, talvolta, che un mostruoso dattiloscritto di mille pagine diventi un vero bestseller, prometta di far tutti felici, di curare tutti i mali del mondo, di far scoprire il segreto di una vita sessuale entusiasmante. La cosa strana è che, grazie a quella lettura, il mondo si trasforma davvero in un luogo dannatamente felice. Con il conseguente crollo dei centri fitness, del mercato del tabacco, dell'alcol, della droga...

Cosa succederebbe se un manuale d'autoaiuto funzionasse veramente rendendo felice tutto il mondo? Questo è il filo conduttore di tutto il romanzo. L'idea è semplicemente geniale. E la situazione dipinta dall'autore di questa felicità collettiva, preconfezionata e accettata da tutti è angosciante ma, ahimè, anche molto plausibile. Perchè l'economia mondiale (purtroppo o per fortuna?) gira sulle debolezze e sulla personalità delle persone. Se tutti smettessero di fumare, fallirebbero tutte le multinazionali del tabacco. Se tutti accettassimo il nostro corpo così com'è, non ci sarebbe più diete, nè palestre, nè centri estetici. Uno scenario utopistico (e molto catastrofico), metafora della società attuale.
Peccato che poi l'autore, a un certo punto, sembra non essere più in grado di reggere il filo del romanzo che ha creato che, da metà circa, perde il suo brio e il suo spunto geniale. O almeno, io ho trovato il finale molto scialbo, quasi come se non sapesse come finirlo, introducendo dei personaggi nuovi evitabili (Mr Ethics ad esempio, a cosa serve?).
Il problema principale di questo libro però è la sua difficoltà di lettura. A volte si perde in descrizioni e particolari inutili che non permettono la lettura d'un fiato che questa storia invece dovrebbe stimolare.

Nota alla traduzione: troppe note del traduttore per spiegare riferimenti culturali che potevano tranquillamente essere capiti (o che se non sono colti si vanno a cercare). Problemi anche di tipo "ortografico": mancano le "d" eufoniche dove ci vanno. E per finire: puoi usare la parola "cingomma" per indicare la gomma da masticare in italiano?!?

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