sabato 13 marzo 2010

L'USO SAPIENTE DELLE BUONE MANIERE- Alexander McCall Smith

Per Isabel Dalhousie, direttrice della "Rivista di etica applicata", fondatrice del Club dei filosofi dilettanti e donna di grande acume e sensibilità, è fondamentale affrontare la vita con la mente serena e lo spirito rilassato. Ma certo in questo non l'aiutano molto la nascita del piccolo Charlie, né tanto meno la relazione con Jamie, il padre del bambino, più giovane di lei di quattordici anni. La tardiva maternità del resto non è l'unico cambiamento nella vita della nostra filosofa-detective per caso. Certo, ha raggiunto una tregua con l'amatissima nipote Cat, ex fidanzata di Jamie, che non approva granché la nuova relazione della zia. E certo, ha trovato un equilibrio nel rapporto con Grace, la fedele governante, che vorrebbe esautorarla completamente dalla cura del bebé. Ma che dire della misteriosa morte di un pittore al largo dell'isola di Jura, nella quale Isabel si trova suo malgrado coinvolta? E come se tutto ciò non bastasse, ci si mette pure il machiavellico e curiosamente affabile professor Dove, che sembra avere strane mire sull'amatissima rivista della nostra eroina...

Non so dire bene cosa mi piace dei libri di Alexander McCall Smith. Se si dovesse semplicemente raccontare la trama a una persona che non ha mai letto uno dei suoi romanzi, questa risulterebbe sicuramente banale e insipida, tanto che verrebbe da chiedersi come faccia a scriverne per 250 pagine. Però poi, se si leggono i suoi libri, si rimane sempre piacevolmente colpiti. Lo stile è leggero, a tratti un po' riflessivo, e racconta di tratti di vita quotidiana normale, in cui tutti riescono a identificarsi (ok, non tutti abbiamo un fidanzato di 20 anni più giovane che ci ama alla follia... ma la protagonista stessa si rende conto di quanto sia fortuna e non la fa apparire come una cosa normale).
Questo romanzo è il quarto della serie della Isabel Dalhousie, filosofa e investigatrice, ora alle prese con un "caso" che riguarda un pittore scomparso e dei suoi presunti quadri falsi venduti ad un asta, ma anche con il suo bimbo neonato e i tentativi da parte dei suoi colleghi filosofi di rubarle il lavoro di redattrice. Se devo essere onesta, è quello che mi è piaciuto meno, ma forse perchè qui ormai la storia con Jamie è ormai consolidata e non c'è più tanto il divertimento di leggere i dilemmi morali dela protagonista (e poi perchè in questo romanzo, la filosofa è un po' troppo spocchiosa a volte).
E' un libro che comunque si divora ed è una piacevole lettura non troppo impegnativa.

Nota alla traduzione: qualche calco, qualche refuso, qualche preposizione sbagliata e un termine sconosciuto lasciato in inglese senza nemmeno spiegare di cosa si tratta. Da rivedere sicuramente.


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